🗓️ Personal development
Febbraio è stato un mese positivo, pieno di crescita sotto vari aspetti. La novità più grande è stato il trasferimento nella nuova casa, finalmente completamente arredata! E parlando di arredamento, vi racconto un esperimento interessante che ho fatto con l'AI.
Non sono un grande fan dell'interior design, anzi, se potessi automatizzerei anche quello. E in un certo senso ci sono riuscito! Ho fatto un esperimento interessante con Claude (e GPT): ho creato un progetto di interior design caricando le foto del mio spazio ufficio/camera, includendo anche alcune immagini dei quadri che volevo appendere.
È stato sorprendente vedere come l'AI sia riuscita a darmi suggerimenti molto precisi e pertinenti: mi ha consigliato di limitarmi a tre quadri (invece dei 4-5 che avrei messo io), mi ha suggerito il posizionamento ottimale, persino i centimetri esatti di quanto alzare un quadro vicino alla luce. Ha analizzato gli abbinamenti cromatici, riconoscendo per esempio come la mia sedia arancione creasse un contrasto complementare interessante con il tappeto blu.
A differenza di altri esperimenti con l'AI dove magari chiedi di generare rendering (e su una scala da 1 a 10 il risultato è un 2, a meno di non passare ore a perfezionare il prompt), in questo caso i suggerimenti sono stati davvero utili e accurati. Ho seguito le indicazioni alla lettera e il risultato mi ha sorpreso positivamente.
💰 AI Voice & Business Opportunities
Nella newsletter precedente parlavo dell'utilizzo dell'AI per vari scopi, ma ultimamente ho approfondito un aspetto che mi ha davvero colpito: l'AI vocale. Ho letto un articolo su come alcune banche stanno utilizzando assistenti vocali basati su AI per le loro automazioni e servizio clienti, e sono rimasto stupefatto dalla qualità delle interazioni.
La comunicazione vocale con questi sistemi è ormai incredibilmente naturale e fluida, tanto che è difficile distinguere se stai parlando con un umano o con un'AI. Le risposte sono pertinenti, contestuali e il tono di voce non ha più quella roboticità che caratterizzava gli assistenti virtuali di qualche anno fa.
Questo mi ha fatto pensare alle potenziali applicazioni di questa tecnologia, oltre il semplice servizio clienti. Immaginate dei "companion" AI vocali personalizzati. Un mercato particolarmente interessante potrebbe essere quello dei genitori che vogliono rimanere in contatto con i propri figli quando sono lontani, o magari anziani che potrebbero beneficiare di una presenza costante con cui interagire.
È una direzione molto più coinvolgente rispetto all'interazione tramite testo, che alla lunga può risultare noiosa o macchinosa. Pensateci: poter avere una conversazione diretta con l'AI, porre domande e ricevere risposte immediate, è un'esperienza completamente diversa. L'integrazione vocale potrebbe davvero rappresentare il prossimo grande salto qualitativo nell'adozione di massa dell'AI.
💰 Business & Management
Recentemente ho letto alcune newsletter interessanti come questa
sul tema dei colloqui di lavoro e degli one-on-one che mi hanno fatto riflettere molto sul mio approccio.
Mi sono reso conto che spesso, durante i colloqui di assunzione, tendo a perdermi in small talk o domande generiche tipo "raccontami una situazione difficile che hai affrontato" o "parlami delle tue esperienze precedenti". Ma quando hai solo 30 minuti per capire se hai davanti un "A player" o meno, questo approccio non è ottimale.
Certo, nella mia visione vale la pena avere un mix: tre persone di categoria A e poi anche alcune di categoria B (eviterei la C), perché le B affiancate alle A possono crescere e migliorare. Ma il punto è: quanto tempo serve davvero per capire se una persona è valida? Spesso bastano 15 minuti.
È come quando vi capita di essere a cena con clienti o fornitori e dopo un quarto d'ora capite di esservi seduti accanto alla persona sbagliata - non è stimolante intellettualmente, non aggiunge valore alla conversazione, e vi ritrovate a passare ore di small talk poco produttivo. (È anche per questo che preferisco gli eventi in piedi, tipo happy hour, dove puoi muoverti e cambiare interlocutore più facilmente).
Tornando ai colloqui, ho imparato che è fondamentale fare domande dirette e complesse, andando in profondità. Non basta chiedere "come risolveresti questo problema?" ma bisogna scavare nei dettagli, chiedere il perché delle scelte, vedere quante sfaccettature del problema la persona riesce a individuare. Questo approccio permette di capire se qualcuno ha una conoscenza superficiale o approfondita dell'argomento.
Lo stesso principio si applica ai one-on-one con il team. Ultimamente sto cercando di essere più strutturato: invece di divagare e trasformare meeting da un'ora in conversazioni da un'ora e mezza, chiedo al team di concentrarsi solo sui punti che richiedono la mia attenzione o supporto diretto. Gli aggiornamenti su clienti, processi o performance possono essere condivisi in modo asincrono - un documento che posso leggere con calma. Il tempo del one-on-one deve essere dedicato a discussioni che richiedono vera interazione e decisioni concrete.
È un approccio che sto cercando di migliorare e che credo sia fondamentale per ottimizzare il tempo di tutti.
Quest'oggi vi lascio con un "angolo del pensatoio" completamente nuovo, arredato seguendo i consigli dell'AI.